COMPLESSO DELLA ROCCA PIA.
PERCORSO MUSEALE
Apertura 18 maggio 2019
Il percorso museale, proposto dal Sindaco e realizzato dall’Amministrazione Comunale di Tivoli, con la collaborazione dell’Istituto Villa Adriana-Villa d’Este; della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, è stato curato da Maria Antonietta Tomei, consigliere del Sindaco per i Musei Civici; Maria Luisa Angrisani ha curato la parte relativa a S. Ignazio di Loyola e ai gesuiti a Tivoli. Roberto Borgia ha coordinato la ricerca iconografica. Ha collaborato altresì la Società Tiburtina di Storia e d’Arte.
COMPLESSO DELLA ROCCA PIA. PERCORSO MUSEALE
Il complesso della Rocca Pia si estende a comprendere anche il vicino Anfiteatro di Bleso, sui resti del quale nel 1461 iniziarono i lavori per la costruzione della fortezza.
La zona è sempre stata una delle più importanti della città: già in età protostorica l’area era infatti occupata dalle capanne di un abitato di Sabini;nella stessa zona, tra le Torri e piazzale Matteotti, all’inizio degli anni Cinquanta,fu rimessa in luce un’estesissima e ricca necropoli, databile tra il IX e il VI secolo a.C.
Sull’Anfiteatro romano un’iscrizione informa che un certo M. Tullius Blaesus in età adrianea ne finanziò l’inaugurazione; un’altra, che nell’arena si svolgevano giochi gladiatori. Adagiato sul pendio della collina, era fuori delle mura urbiche, ai limiti dell’area abitata.
La Rocca Pia, come noto, deve il suo nome a Pio II Piccolomini, il papa umanista che ne iniziò la costruzione nel 1461, sull’estremità ovest dell’anfiteatro e a ridosso della cinta urbana medievale. Il punto fu scelto in base a considerazioni strategiche, sia per tenere sotto controllo la città che per dominare le vie di accesso alla Rocca da tutte le direzioni. Il completamento dell’opera avvenne con papa Alessandro VI Borgia (1492-1503).
La fortezza è costituita da quattro torri coronate da merli guelfi e unite da alti muraglioni. L’ingresso, sul lato Nord, era controllato da un ponte levatoio; una profonda fossa la difendeva dall’esterno.
I documenti attestano che nella fortezza, durante uno dei suoi soggiorni estivi il papa Paolo III, approvò verbalmente il progetto della Regola della Compagnia di Gesù, redatta da S. Ignazio di Loyola.
Perduta progressivamente nei secoli successivi la sua funzione difensiva, la Rocca alternò la funzione di caserma pontificia con quella di prigione e rimase come carcere fino al 1960.
Oggi, completate le operazioni di restauro e ceduta dal Demanio in proprietà al Comune di Tivoli, la Rocca può essere finalmente aperta per essere utilizzata come Museo e come sede di eventi ed attività culturali, valorizzata con un percorso museale, sintetico ma accurato, che illustra la storia della fortezza e dell’area limitrofa e ne rende viva la visita ai cittadini di Tivoli e ai turisti di tutto il mondo.
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Giuseppe Proietti
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